In questo articolo vedremo di capire al meglio, come si gestisce il SEO, Search Engine Optimisation.
La prima fase redazionale, una volta inserito un “articolo” è quella di revisionare la qualità del testo stesso: la pagina che abbiamo segnalato qui, spiega molto bene che cosa si intenda con questa operazione. Mai da sottovalutare perché stabilisce, nel novanta per canto dei casi, la differenza tra un buon articolo e un articolo sciatto. Ho spesso ricevuto delle lamentele per testi definiti “interessanti,” ma così pieni di errori da non potersi leggere!

Un buon revisore è dunque indispensabile! La seconda cosa assolutamente indispensabile per sperare di essere letti è capire come si gestisce il SEO.

Per semplicità partiamo dal presupposto che la revisione sia stata compresa ed effettuata al meglio; quindi avrete già la piena comprensione del contenuto, cioè di ciò che si racconta nell’articolo: inutile dire che se vogliamo insegnare ai motori di ricerca quali elementi portare all’attenzione dei lettori, dobbiamo sapere benissimo di cosa stiamo parlando!

Da questo momento ci muoviamo esternamente al testo, cioè al di fuori del rettangolo che contiene l’articolo. Di alcuni elementi che seguono ne abbiamo già parlato in altri articoli, ma ripetere non fa male.

NELLA COLONNA DI DESTRA

Categorie.

categorieSi possono selezionare più categorie, se l’argomento lo richiede. Per quello che riteniamo però l’argomento principale daremo l’opzione “primario”.
Come fare a dare “primario”?

Nel momento in cui si sceglie una seconda categoria impostando il suo piccolo flag, apparirà la frase “primario” oppure “rendi primario”. Premerete il testo “rendi primario” per la categoria che si vuole rendere principale.

Tag.

I tag sono importantissimi e devono essere oculati e ben descrittivi del contenuto, cioè devono riportare i concetti chiave e i nomi più importanti del testo. A questo proposito, se un articolo inserito nella categoria “scienze”, per esempio, parla di astronomia, scrivete anche “astronomia”. Non datelo per scontato.

Evitate più di due parole assieme e, se potete, scrivetene sempre una sola. Se dovete scrivere, per esempio, “letteratura fantascientifica italiana” già non va bene. Scrivete piuttosto due tag: letteratura italiana – fantascienza.
Tutti i tag è meglio che siano scritti in lettere minuscole, anche i nomi propri.

Le immagini.

Questa cosa che andrò a dire vale per tutte le immagini che sono inserite, sia quella di anteprima che quelle inserite nel testo. Quando trovate un’immagine inserita nel testo, cliccate sopra e vi appariranno una serie di segnalini e una sorta di fumetto.
Edit immagineLa piccola matita (secondo segnalino da dx) serve alla “modifica” (edit button, se ci passate sopra il mouse senza cliccare, apparirà la scritta Modifica)

Se facciamo click sulla piccola matita, appare una finestra decisamente più grande, in cui si notano diversi riquadri:

La finestra completa

Il primo riquadro serve a inserire un campo che tipicamente non vedranno i lettori, cioè il “testo alternativo.” Se un browser non potesse (o non volesse) far apparire le immagini, nell’articolo apparirebbe solo questa piccola frase: Il testo alternativo. Ai fini del SEO è assolutamente indispensabile scrivere questa informazione.

Lo spazio successivo riguarda invece la “didascalia.” Questa appare sempre al lettore, in basso e come esplicitazione della fotografia, o del disegno. Tuttavia la didascalia non è obbligatoria: se non esiste una ragione per inserirla, si può benissimo evitare di scriverla: potrebbero esserci motivazioni di grafica.

Ma esiste una differenza sostanziale tra la didascalia e il testo alternativo? Dipendono una dall’altra, o no?
Potrebbero essere complementari.

A volte una didascalia non riporta il significato dell’immagine ma racconta di qualcos’altro per esplicitare il testo. Se per esempio sto parlando dell’arte rinascimentale e c’è un’immagine della Gioconda alla cui didascalia c’è scritto “Un esempio di arte rinascimentale,” nel testo alternativo potrei mettere “Gioconda di Leonardo”.
Quindi, perché il testo alternativo? Perché non lo vede il lettore, ma il motore di ricerca!

Se noi non gli diamo la possibilità di capire che cosa rappresenta l’immagine, il motore non la indicizza perché non la riconosce. È bene usare sempre poche parole per compilare il testo alternativo ed eliminare la punteggiatura.

in evidenzaDi solito è di particolare importanza e da curare, la cosiddetta “Immagine in evidenza,” nella colonna di destra, verso il fondo.
È quella che alcuni chiamano “di copertina,” cioè l’immagine che compare subito sotto il titolo e prima del testo vero e proprio.
Consiglio il formato cosiddetto “landscape” (panorama in inglese), cioè come una cartolina: più largo che alto. Le proporzioni dovrebbero essere attorno a 1:0,5, consiglio qualcosa come 1000 pixel di larghezza e 500 pixel di altezza.

Anche per questa immagine, o disegno, occorre seguire i suggerimenti validi per tutte le immagini SEO. Quindi inserire un testo alternativo, eventualmente una didascalia, un titolo e una descrizione.

Yoast SEO (sotto il testo).

Prima di tutto bisogna controllare se il piccolo angolo sulla destra di ogni parte di questo gruppo, ha la punta rivolta in basso: in tal caso bisogna fare click in quel punto prima di proseguire.

Apertura blocco

La prima cosa che appare è un riquadro con la dicitura Frase chiave, ma tratteremo l’argomento tra poco.

Osserviamo invece la sezione intitolata “Anteprima dello Snippet”.
Lo snippet è quella piccola parte di testo che (nella ricerca per esempio, su Google) appare sotto il titolo blu e il link verde.

Come appare su Google

Una frase che individua l’argomento del nostro articolo, per cui è importante che sia breve e chiaro, per dare al ricercatore la possibilità di capire fin da subito se è quello che sta cercando. O se l’articolo può interessarlo.
Per scrivere lo snippet si fa così: Edit snippet

  1. Si fa click sul tasto “Edit snippet.”
  2. Si posiziona il cursore nel campo “Meta description.”
  3. Si scrive un sunto (accattivante) dell’articolo.

Edit Snippet

Mentre si scrive, sotto al campo appare una barra inizialmente arancione, ma continuando a scrivere  la barra diventerà verde. Occorre scrivere abbastanza, senza superare le battute ritenute ottimali, perché altrimenti la barra tornerà arancione (il sistema dice che si sono superate le battute ottimali per il ricercatore). Se lo snippet è arancione non va bene.

Tra i campi riportati dal SEO, c’è anche qualcosa chiamato “Slug“; probabilmente nel senso di “sorsata” di liquore: una descrizione buttata giù veloce.
In genere non è necessario ritoccare lo “slug” generato automaticamente dal titolo dell’articolo: riporta in pratica tutto in lettere minuscole e con le parole collegate da lineette. Per esempio:

come-si-gestisce-il-seo

Si nota subito che sono stati rimossi gli spazi, i segni speciali (se ce ne fossero stati) e le maiuscole.
Lo “slug” sarà importante per la nostra “Frase chiave”: di cui parleremo qui sotto.

Così come di solito non è necessario ritoccare quello che è chiamato SEO title (Titolo SEO) che è sempre un po’ diverso dal titolo dell’articolo: nel nostro esempio vediamo la serie di pseudo-bottoni viola sotto SEO Title, che dicono di formare questo campo con Titolo (articolo), Pagina, Separatore e Titolo del Sito.

Qui la Pagina non è un elemento dichiarato e quindi non viene inserita, per cui il titolo SEO, nel nostro esempio, sarà appunto quello visibile in alto e in blu:

Analisi leggibilità e Analisi SEO.

In questa parte abbiamo alcuni valori di cui tener conto, altri no. I valori che il SEO stabilisce sono verdi, arancioni, rossi.

Nella zona Analisi leggibilità, appaiono delle frasi che ci diranno che cosa va e cosa non va nell’articolo. I pallini a sinistra di ogni frase, indicano le cose che vanno bene se verdi. Le cose da ritoccare se arancioni. Le cose sbagliate, se rosse.

Abbiamo parlato dell’analisi di leggibilità, ma esiste subito sotto un analogo spazio dedicato alla cosiddetta Analisi SEO. Funziona in maniera molto simile, ma non riguarda la leggibilità, bensì tutti gli altri parametri di cui abbiamo parlato: immagini, tag, frase chiave e via dicendo.

Alcuni piccoli trucchi si imparano con l’esperienza. Per esempio, il testo alternativo, richiesto sempre per le immagini, dovrebbe essere diverso da figura a figura: la presenza di più immagini con il medesimo testo alternativo fa calare notevolmente la “graduatoria SEO, per cui si otterrà quasi sicuramente un semaforo aracione!

Ad ogni modo, alcuni parametri di leggibilità rossi non sono importanti perché tenerne conto significherebbe scrivere un testo per idioti: in definitiva il programma che usiamo è ottimizzato per la lingua inglese e dubito che possa essere valido altrettanto per le altre lingue.

Quindi i parametri andranno valutati articolo per articolo. Dopo avere ultimato revisione e SEO, sarà bene confrontarsi con altri redattori per verificare se si possono ottenere parametri verdi, o  accontentarsi di un arancione.

Frase chiave.

Questa frase individua il sunto del contenuto. Meglio se possibile, inserire una sola parola.

Anche qui, se il blocco in cui è scritto “Analisi SEO” ha il piccolo angolo a destra con la punta verso il basso, bisogna fare click e il blocco che si aprirà con un nuovo mondo da esplorare.
Appena sotto la “frase chiave” sono riportati i Risultati dell’analisi: frasi e link che rivelano cosa va bene, cosa va così, così e cosa va decisamente male.

Tuttavia quando arrivate qui è bene salvare la bozza, perché alcuni parametri vengono registrati dal sistema solo dopo un salvataggio. Per cui le frasi potrebbero dire che si debbono fare delle modifiche, quando invece non è vero.
Se il parametro di leggibilità è trascurabile, questi risultati sono invece molto importanti e sono quelli su cui muoversi per modificare ciò che non funziona.
Cambiano a seconda della stesura.

Facendo click sulle varie frasi del “Risultati” il sistema dà (o tenta di dare) delle indicazioni su come aggiustare l’imperfezione. Il problema principale è che quasi tutti questi “aiuti” sono in inglese.
Per esempio, ecco come il programma spiega (in inglese) la gestione della “Frase chiave.” Noi lo abbiamo tradotto:

La frase chiave è il termine di ricerca che può decidere se la posizione di una certa pagina sarà privilegiata, o secondaria. Si immagini che chi naviga in rete voglia utilizzare esattamente i termini di ricerca specifici inseriti qui per trovare proprio la nostra pagina. La nostra frase chiave si basa dunque su parole che secondo noi possono essere utilizzate per la ricerca.

Se ci immedesimiamo nella mente di chi cerca su web, è possibile capire quali parole saranno effettivamente utilizzate dalla gente, in base alle ricerche correlate. Non è poi difficile capire come fare! Anche se la scelta di una messa a fuoco perfetta non è per niente facile, perché questa non è una scienza esatta.

Siamo alla ricerca di una combinazione di parole che si adatti al nostro pubblico e ai suoi molteplici tipi di ricerca. Per cui, alla fine, bisogna scoprire chi è il nostro pubblico e quindi trovare il modo migliore per rispondere alle sue richieste.

Ma naturalmente bisogna anche tenere conto di un paio di elementi molto importanti:

  1. Usare il minor numero di parole possibili. Nessuna punteggiatura, nessuna maiuscola.
  2. È considerato essenziale, o quantomeno importante, che la parola, o le parole della frase chiave facciano parte dello “slug” e che compaiano nel primo paragrafo dell’articolo.

Una cosa di cui tiene sempre conto il sistema, sono i link: ne sono richiesti sempre almeno due: uno esterno e uno interno. Per interno si intende un link che porti a un articolo correlato all’interno del nostro sito.

Per inserire un link, evidenziare la parola > schiacciare il bottone “link”, inserire l’url, click sulla rotella a lato e attivare il flag “apri il link in una nuova scheda”. Ma ne abbiamo parlato in un’altra delle nostre schede.

Altra cosa importantissima: mai, dico mai, inserire un link su parole contenute nella frase chiave, nel titolo, o nello slug.

Buon lavoro.

Copertina tratta da Dadonet.